Dopo quattro anni di silenzio torna la sigla OVO, ovvero Bruno Dorella (Bachi Da Pietra, Ronin) e Stefania Pedretti (?aloS, Allun), uno dei gruppi più inafferabili del nostro paese. Figli degeneri di Melvins e Neurosis, ovvero di quel modo di suonare metal senza essere metal, di essere punk senza essere punk e di piacere senza farsi piacere, in questo disco ospitano i fratelli norvegesi Arabrot e personaggi atipici come Gnucci Banana e Holiday Inn. Il piatto portato in tavola è di quelli che fanno impressione solo a guardarli, figuratevi a digerirlo. Eppure c'è qualcosa di ipnotico negli undici pezzi di "Miasma" che ti fa andare a fondo alla ricerca di un qualcosa di salvabile. E a furia di mettere da parte ti ritrovi di nuovo con il disco in mano, e così via.
Generi trattati? Noise, industrial, black metal, doom, avanguardia, più altre cose indefinibili generate dalla libertà di essere in due. OVO non sono un progetto facile, anzi: hanno la tendenza ad aprire porte che non avremmo neanche voluto vedere. E in alcuni frangenti non è chiaro se ci prendano in giro o meno. Ma, per quanto mi riguarda, è il bello della loro proposta: costringe a porre delle domande anche a chi certa musica la mastica con naturalezza.
[Dale P.]
Canzoni significative: L'Eremita, Queer Fight.
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