E sono sette. La band dell'inossidabile Ben Ward torna, a distanza di ben cinque anni dal precedente lavoro, e non accenna ad abbassare la guardia.
A dire il vero negli ultimi tempi avevano ugualmente continuato l'attivita' in sede live dimostrandosi all'altezza della loro fama senza perdere un minimo di quel carisma che li ha da sempre contraddistinti.
Va detto subito che il nuovo album non presenta particolari differenze con il passato piu' recente; nonostante cio' il gruppo britannico riesce comunque a risultare ancora una volta credibile mediante una formula ampiamente rodata ma efficace ed in questo caso pare anche concedere qualcosa in piu' alla melodia senza essere mai banale.
Chi li conosce non rimarra' deluso da brani trascinanti come l'apripista "Red Tide Rising", dal rock'n roll incandescente di "Acid Trial" o dallo stoner doom d'ispirazione Down di "The Fog".
Non mancano cavalcate motorhediane come "The Filthy And The Few" o momenti dichiaratamente blues di stampo sudista quale "Stand For Something" ad allietare un po' la tensione.
Se aggiungiamo un songwriting di primissimo ordine ed una voce inconfondibile (quella di Ward) sempre rocciosa e adrenalinica che si va ad affiancare ai consueti riff assassini, otteniamo un risultato tale da rendere "Eulogy For The Damned" un album godibile per tutti gli amanti di queste sonorita'.
Una band onesta e genuina, forse quella della seconda ondata "stoner" invecchiata meglio. Non e' da tutti.
[Cristian Roversi]
Canzoni significative: Red Tide Rising, Acid Trial, The Fog.
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