Coloro i quali avevano avuto l'accortezza di riporre le dovute attenzioni nei confronti di "FluXion" ed "Aeolian", meravigliosi e complementari tomi d'esordio (composti entrambi nello stesso periodo ma pubblicati in tempi diversi) dei The Ocean Collective, hanno atteso con l'acquolina in bocca questo nuovo capitolo.
Le altissime aspettative non sono state tradite e con "Precambrian" la formazione tedesca si pone come una delle punte di diamante del razionalismo metallico contemporaneo.
Concept ambiziosissimo che compie un viaggio a ritroso nel tempo, fino alla prima era del nostro pianeta, l'oscuro precambriano, fino ad oggi periodo ancora poco noto nella sua interezza alla scienza.
Suddiviso in due dischetti, "Hadean / Archaean" consta di ventidue minuti, "Proterozoic" di sessantuno.
Facendo riferimento all'idea che funge da movente dell'opera, la violenza tipica del thrash-core evoluto e la sua imprevedibilità ritmica (spesso cervellotica alla maniera dei Meshuggah) ben si sposa con gli spostamenti geologici in atto nei periodi Adeano ed Archeano, quelli a cui si raccorda il titolo del primo cd.
Stilisticamente le prime cinque canzoni in tracklist sono facilmente accostabili alle ispide geometrie di "Aeolian", facendo ricorso anche ad attacchi spasmodici come quello di "Paleiarchaean", che più di ogni altro mostra il retaggio tipicamente thrash della corazzata teutonica (va detto, progetto aperto a numerose collaborazioni, tra cui Tomas Hallbom dei Breach, Caleb Scofield dei Cave In e Nate Newton dei Converge, oltre ad avere una line-up di oltre dieci elementi - difficile quantificare quelli fissi).
Ma la parte più succulenta di "Precambrian" è quella più sostanziosa che si estende per tutto il secondo cd, "Proterozoic", il quale rappresenta la crasi perfetta tra la ferocia di "Aeolian" ed i fascinosi arrangiamenti orchestrali di "FluXion".
E' marcata l'impronta progressive nelle composizioni e non di rado si scorgono raccordi discendenti dai maestri del genere (i Gentle Giant fanno capolino in un passaggio di "Rhyacian").
Perfettamente dosate le voci melodiche con le rituali linee in growl/screaming (spesso in contrappunto), ciò che colpisce è la naturalezza con la quale la band riesce a creare un continuum praticamente mai slegato, una perenne colata eterogenea negli elementi che la compongono ma decisamente armonica e compatta nell'amalgama risultante.
Ricami di pianoforte, un quartetto d'archi a donare quel tocco cameristico ed arcano ("Neoproteozoic : Cryogenian"), il tutto intersecato alla possente natura del metal moderno.
Molto complicato è snocciolare, descrivendone i dettagli, ogni singola istantanea di questo mostruoso ed imponente lavoro, ci dilungheremmo più di quanto non stiamo già facendo.
Vi invitiamo quindi caldamente all'ascolto per apprezzare al meglio ed in prima persona le umbratili e drammatiche atmosfere di "Rhyacian" e "Orosirian" (all'interno delle quali ci sono deflagrazioni spaventose, soprattutto intorno ai cinque minuti e mezzo della seconda canzone menzionata); le lunari polveri tipicamente Isis di alcuni momenti della maestosa "Calymmian"; le plumbee cadenze doom della prima parte di "Ectasian" (altro pezzo forte); i continui sali e scendi delle tre parti in cui è suddivisa "Neoproteozoic".
Disco impressionante per la forza, l'intelligenza, l'estro, la ricercatezza delle idee e di come esse siano state poste in essere concretamente, il tutto mostrato con una naturalezza disarmante e difficile da rintracciare in giro.
Rigoglioso di dettagli, "Precambrian" richiede impegno ed attenzione nell'ascolto per essere compreso in pieno, ma una volta dischiuse le sue porte sarete anche voi dell'opinione che questo album è semplicemente un capolavoro.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: tutte.
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