Un paio di anni fa Tomas Liljedahl, già nei leggendari Breach e nei meno ricordati The Old Wind, mise in moto la macchina Norna con l'aiuto di due amici svizzeri Christophe Macquat e Marc Theurillat (entrambi provenienti dagli Ølten). Venne fuori un disco che si riconnetteva alla stagione post-hardcore dei primi anni 2000, senza essere avanti come i Breach, ma facendo venire voglia agli amanti del genere di ascoltare una musica che da parecchio tempo si è un po' rinchiusa a mostrare muscoli e riffoni tamarri.
Questo secondo atto non è molto dissimile dal primo, solo leggermente più curato. Ciò non è certo un male perchè lo scopo dei Norna è quello di portare avanti un fuoco che rischiava di spegnersi. I riff non sono mai metallonzi e grattuggioni ma hanno l'intensità dell'hardcore e dello sludge, i tempi si mantengono dilatatissimi e la voce è sempre un rantolo disperato. Ad esaltare i pregi di questo lavorono omonimo ci pensa l'ottima produzione di Magnus Lindberg (Cult of Luna) bravo nel far suonare "live" mantenendo un'atmosfera cupa e tesa.
Norna non è un capolavoro, non credo voglia esserlo. Sono tre amici competenti che suonano quello che gli riesce meglio. E solo dei veterani possono suonare musica in questo modo. No pose, no breakdown, no accordature folli: solo cupa disperazione.
[Dale P.]
Canzoni significative: Samsara, Ghost.
|