"Bleach" è il terzo, quarto disco che generalmente un fan della band compra. Partendo da "Nevermind" i fan passano all'Unplugged, ad "In Utero" ed infine, forse, arrivano a "Bleach".
Purtroppo, per questo motivo, è possibile che alla stragrande maggioranza delle persone questo disco si sia tramutato in una cocente delusione. Chitarroni pesanti, batteria in primo piano, produzione poverissima (la registrazione è costata 600$), strutture semplici e testi di 3 righe 3 sorprendono gli ascoltatori abituati a dei Nirvana diversi.
Ma, aldilà delle differenze con la discografia della band, questo disco è una vera manna per tutti i grungers degni di questo nome.
Cobain (qua Kurdt Kobain) e soci (Novoselic al basso e Channing alla batteria), è innegabile, mostrano i propri limiti più del dovuto, ma suonano con l'anima e regalano ai posteri 13 brani di potente grunge di scuola Sub Pop.
Un influenza innegabile sono i Melvins (citati in "Paper Cuts") e il nuovo suono pesante che si stava affacciando a Seattle e non ancora sgrezzato da manie commerciale.
Ma, oltre agli amici Melvins (Dale Crover suona in 3 brani), i Nirvana prendono i suoni di Black Sabbath, Black Flag e Flipper per poi sventrarli con massiccie dosi melodiche di scuola Beatles / Husker Du. E' così che partendo da "Blew" arrivando fino a "Downer" passando per "Floyd The Barber", "About A Girl", "Love Buzz", "Negative Creep" la band assesta 13 capolavori di fila.
Dispiace che nella rivalutazione post-mortem questo disco sia sempre stato relegato in secondo piano e la mia memoria ricorda solo Josh Homme ammettere l'influenza che ha avuto su di lui quest'album.
[Dale P.]
Canzoni significative: Downer, Negative Creep, Paper Cuts.
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