Un disco fatto di voce narrante, contrabbasso, batteria, chitarra e flauto. Quanto è difficile suonare colti ed essere interessanti?? I Nippon & The Symbol vivono negli anni 70, anni in cui proporre al "popolo" musica e arte di difficile fruizione era all'ordine del giorno. Prog e Jazz si uniscono con la letteratura in questo disco che non è sbagliato definire "piccola opera d'arte".
Se alla fine degli anni 70 il "popolo" si stufò di non capire l'arte e si gettò nel punk, in questi anni riusciamo ad apprezzare meglio opere di questo tipo, che per loro natura si rivolgono ad una nicchia di ascoltatori. Ma allora, il ruolo delle etichette indipendenti è quello di nutrire il sapere di una cerchia ristretta di "intellettuali"?
Ascoltando questo disco parrebbe proprio di sì, ma, al di là delle seghe mentali, ci limitiamo a consigliare questo album proprio agli amanti del jazz-prog anni 70. Quelli che non si sono stufati di non capire, ma hanno continuato a fondo la loro ricerca. E sorrideranno quando arriveranno gli ultimi due brani, "Le Streghe Della Città" e "Batte Botte", in cui Demetrio Stratos sembra che si sia unito a questo strano gruppo senza tempo...
[Dale P.]
Canzoni significative: Il Sangue E Il Mare, Le Streghe Della Città.
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