Quest’album ci presenta una versione nuova di Nick Cave, che sperimenta una cantata vagamente più tenorile. Personalmente, lo preferisco nei suoi registri classici, ma il risultato è comunque ammirevole. Le canzoni raccontano le consuete tragedie Caveiane, descritte con il lessico di un poeta e la brutalità di un mostro, per esempio, citando l’utile (e preciso! Dovrebbe suggerire il suo traduttore ai Pearl Jam. Chiedi all’Armenia!) foglio di traduzioni in italiano che si trova nell’album, il Re Inchiostro, in Darker with the day, trova, in un libro sacro, l’immagine di “un cristo eviscerato, appeso all’amo di un pescatore”. Le musiche, pur molto curate ed eleganti, e nonostante l’immortale violino di Warren Ellis, non riescono a essere particolarmente d’impatto: è un disco che va ascoltato un po’, per essere apprezzato come merita.
[Ernest]
Canzoni Significative: Fifteen feet of pure white snow, Oh my Lord, Darker with the day.
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