Ogni canzone di Murder Ballads racconta la storia di uno o più omicidi. Il disco esce a due anni da Let Love In, ed è straordinario come i toni noir dei due album siano simili. Dalla Song of Joy di apertura, al trionfo finale di Death is not the end (cover di Bob Dylan a cinque voci), Cave ci trascina in un mondo in cui la tragedia è inevitabile, in cui Lottie, la ragazzina pluriomicida della maledizione di Millhaven, canta, spensierata, “presto o tardi, dobbiamo morire tutti” e in cui presagi di disgrazia e lutto ci attorniano costantemente.
Le musiche sono varie, efficaci e straordinarie, e le collaborazioni sono preziose quanto appropriate: la voce suadente, rende Kyle Minogue la prefetta vittima di Where the wild roses grow, e il velo di tristezza delle corde vocali di P.J. Harvey, fa di lei l’amareggiata assassina di Henry Lee.
Impedibile.
[Ernest]
Canzoni significative: Song Of Joy, Stagger Lee, Henry Lee, Where The Wild Roses Grow, The Curse Of Millhaven.
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