Sono ormai molti anni che i Neurosis rappresentano per una sparuta minoranza di creature un faro nella nebbia. Tra cui il sottoscritto. Risulta quindi difficile mettersi su un piedistallo e analizzare i loro dischi, così come riuscire ad esternare una qualsiasi critica. Un po' come succedeva con i Fugazi: band che non hanno mai sbagliato un colpo risultando pure edificanti nel modo di gestire la propria arte.
Dopo averli visti in sede live la mia venerazione per loro è centuplicata. Non perchè siano dei musicisti dotati, nè dei performer particolari, nè delle persone simpatiche. Ma perchè la loro musica parla per loro più di loro. Più dei significati reconditi delle loro copertine o dei testi. Più di tanti, inutili, giri di parole.
"Given To The Rising" è un disco dei Neurosis, e già questo lo rende irrinunciabile a priori. "Given To The Rising" non suona nè come "A Sun That Never Sets", nè come "Through Silver In Blood", nè come "The Eye Of Every Storm". Ma è l'ennesimo viaggio all'interno di noi stessi. Sembra che la band di Von Till possieda le chiavi per spalancare le porte dell'inferno. E queste chiavi sono disseminate nell'ormai sterminata (e imperdibile) discografia.
Si tranquillizzino gli scettici che vedono nel postcore l'ennesimo trend in caduta libera: non ci sono avvisaglie di ammorbidimenti, neppure concessioni ai Mogwai, nè scleri epilettici da grind/jazz. E' sempre la "solita" psichedelia malvagia, pesante e disturbante debitrice del doom e degli Swans, del folk e dell'hardcore.
I Neurosis sono vivi. Viva i Neurosis.
Solo un consiglio per l'ascolto. I sede live proposero la loro musica con un volume oltre il sopportabile: fatelo anche a casa vostra.
[Dale P.]
Canzoni significative: Water is Not Enough, Distill, To The Wind.
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