Nel 1991 Neil Young stava risorgendo grazie all'alternative rock. Prima un tributo con la crema dell'indie di allora, poi un tour con Sonic Youth. Poi, in seguito, verrà eletto a padrino di ogni cosa che ha a che fare con l'irruenza giovanile. Il punk, il grunge. Il sacro furore della chitarra alla "On The Beach" era tornato, buttate nella spazzatura gli sperimentalismi inutili e dannosi, il buon Neil si dà da fare nella cosa in cui riesce meglio: il rock! Freedom e Ragged Glory sono due dischi perfetti e per suggellare il ritorno ci voleva un live. Quello mancava dai tempi di Live Rust. Ed ecco che, nel mitico 1991, usciva Weld. E nella tiratura limitata di 25000 copie un ep di feedback e noise chiamato Arc. Il disco, doppio, dalla durata di quasi due ore ci riporta un Neil Young in grandissima forma, capace di splendidi assoli, fughe noise, lunghe note trascinate, divertimento e un po' di amarezza. I brani sono solo 16 ma la durata di ciascuno di essi oscilla fra i 5 e i 15 minuti. Ma se c'è un motivo per aquistare questo album è per l'incredibile "Blowin' In The Wind". La cover del classico di Bob Dylan assume una forza indescrivibile. Fra echi, spari e bombe, il riff assume una valenza tragica e la chitarra dei toni drammatici. Neil canta come se fosse un soldato abbandonato in mezzo ad una trincea nella quale tutti i suoi compagni sono morti. Un brano già storico che viene annientato dal feedback. Uno dei punti più alti mai toccati dalla musica. Ma non è tutto qua. C'è Rockin' In The Free World, c'è Hurricane, Cortez The Killer, Fuckin'Up, Tonight's The Night, Hey Hey My My, e tanto altro. Certo, potrete obiettare che Neil Young non lo sopportate, che è dispersivo, che è sempre uguale, che canta male e suona peggio. Ma ragazzi, il rock è fatto solo di passione, e se questo non lo capite non avete capito il rock. E Weld è un disco che racchiude l'essenza stessa del rock.
Canzoni significative: Blowin' In The Wind, Cortez The Killer
[Dale P.]
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