Amalie Bruun è una ragazza che se ne sbatte delle regole. Ha iniziato la carriera come cantante pop per poi militare negli Ex Cops e i Minks con cui ha fatto una manciata di dischi con un discreto successo in patria (Danimarca). Nel 2014 cambia "gimmick" e si presenta come Myrkur nella scuderia Relapse con lavori a cavallo fra il black metal e il folk, ultra criticati dalla frangia più conservatrice del genere. Nel 2016 pubblica "Mausoleum" con un coro di voci bianche e inizia a pubblicare su Youtube video in cui suona canzoni folk nordiche con strumenti inusuali. Ma il black metal è ancora ben presente nel secondo disco "Mareridt".
Il genere viene completamente abbandonato con il nuovo disco "Folkesange" dove, come si può intuire dal titolo, a fare da padrone è il folk. Che, come dicono i Bachi Da Pietra "Black Metal il mio folk", ma forse intendevano il contrario. O come i Witchcraft che hanno appena pubblicato un disco alla Nick Drake intitolandolo "Black Metal". Ma ci sono tantissimi esempi di contaminazioni fra i due generi, anche se spesso in chiave da partito "conservatore".
Dato che oltre che molto brava Amalie è anche molto odiata (troppo bella, troppo tecnica, troppo tutto) in "Folkensange" prende una direzione che ricorda quella di Enya, quindi molto vicino a certa new age e quindi ancora più lontana da certo pubblico. Scelta che le allontanerà ulteriormente parte dei metallari (con sua somma gioia) e che potrà aprire delle porte in case che non hanno mai avuto un disco Relapse. Magari proprio quella dei fan delle sue precedenti band o qualche stravagante freakettone.
"Folkesange" è un disco curioso che conferma il talento assoluto di Myrkur ma a cui speriamo farà seguito un ritorno alle sonorità heavy. O qualche nuova, imprevedibile, mossa.
[Dale P.]
Canzoni significative: House Carpenter, Leaves of Yggdrasil.
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