Le temperature di questo nuovo dei Muse sono decisamente più basse rispetto al precedente “Absolution”. Questo è percepibile a cominciare dal primo brano, “Take a bow” (non una cover di Miss Ciccone) una track sulla linea di “Origin of Simmetry” con non pochi riferimenti ai Radiohead.
La fase “sperimentale” della band si limita al falsetto vocale alla Prince del primo singolo “Supermassive Black Hole” e nella DEPECHEMODIANA “Map Of The Problematique”.
La lenta “Soldier's Poem” e la già vissuta “Invincibile” mi fa pensare ad un flop inesorabile, troppi “Black Holes” ma ecco che, proprio alla fine dei tempi regolamentari,(gli echi dei mondiali si avvertono anche qui), l’album inizia a prendere corpo, a crescere.
La svolta la “segna” “Assassin”, la risposta 2006 a “STOCHKOLM SYNDROME”, veemente e incalzante, per poi proseguire con le vere “Revelations”, “Exo-Politics” dove la ritmica rimane impressa più che qualsiasi altro ritornello nell’album e “City Of Delusion”, ricca di affondi vocali davvero notevoli e con un loop che fa da ponte al brano, che pare strappato da “THE FAT OF THE LAND” dei Prodigy.
L’intro di “Hoodoo” ti fa cercare speroni e winchester mentre la conclusiva “Knights Of Cydonia” fa da cornice finale per quello che rimane sostanzialmente un album che alterna buchi neri a rivelazioni.
[Steliam]
Canzoni significative: Assassin, Exo-Politics, City Of Delusion
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