Basta sentire e dire che i Mudhoney sono dei sopravvissuti!! Ormai abituati a band che durano l'arco di una stagione la carriera dei Mudhoney sembra quella dei reduci, quasi alla stregua dei Rolling Stones. Ma "Superfuzz Bigmuff", il fantastico esordio attualmente ristampato in versione deluxe, è datato 1988. Ovvero vent'anni fa, tanti anni sicuramente ma quando si vivono senza compromessi (o comunque pochi), con la grinta dei ragazzini ma con la lucidità dei saggi contano realmente poco. Certo, in mezzo abbiamo 7 album mai sotto la sufficienza (per il sottoscritto che è un grande fan sono tutti più che ottimi), tutti sotto il segno di un personale rock garage post-Stooges ultra fuzzoso con ritornelli killer e un attitudina che più cazzona non si può.
In questi anni hanno vissuto ai margini tanti trend, tante new sensations, sono stati insultati e dimenticati e ora, finalmente, glorificati. Bastava vedere come l'Inghilterra ha accolto l'unico show di quest'anno, con articoli e monografie nelle riviste, con libri e pubblicazioni sul grunge rispolverate e messe negli scaffali. Il grunge è tornato di moda? Per fortuna no ma i Mudhoney, finalmente, conquistano lo scettro che tanti anni fa gli era stato tolto dai Nirvana. Sono loro i re, loro lo hanno inventato e solo loro lo possono suonare.
Il loro stile rimane unico anche in questo "The Lucky Ones", suonando praticamente uguale al precedente (ma c'è bisogno di una critica seria al suono della band???) e ricco di ottimi brani divertenti e scanzonati. La carica è sempre la stessa, mentre il songwriting è quello che la band ci ha abituato negli ultimi tre album: molto mestiere e ingredienti mescolati con grande furbizia ci consente di ascoltare la stessa canzone quasi una dozzina di volte senza accorgercene.
Non abbiamo più anthem mitici spalmati per tutto l'album (come succedeva fino a "My Brother The Cow") ma ottime canzoni: come è normale aspettarsi da una band come loro.
[Dale P.]
Canzoni significative: Tales Of Terror, I'm Now, The Lucky Ones.
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