Se "Demon Box" era considerabile lo Zen Arcade dei Motorpsycho "Timothy's Monster" è il Mellon Collie. Doppio CD o triplo LP, diventato quadruplo CD nel cofanetto del 2010; un'opera ambiziosa che, come il capolavoro di Corgan, inizia con un brano intimo, a dare il benvenuto con garbo ai propri ascoltatori.
"Timothy's Monster" è un nuovo inizio per i tre norvegesi che abbandonano, non senza malumori, la label Voices Of Wonder in favore della Stickman e di varie distribuzioni major in giro per il mondo. Ma è un nuovo inizio anche per la proposta sonora: molto più raffinata, meglio prodotta e con alcune canzoni fra le migliori mai scritte dalla band. Viene in parte meno l'irruenza metal degli esordi e il doom-grunge soundgardeniano, preferendo le melodie sghembe alla Dinosaur Jr ("Wearing Yr Smell") e le chitarre alla Smashing Pumpkins ("Kill Some Day"). Nel disco mezzoretta viene assorbita dalle lunghe "The Wheel" e "The Golden Core" che, invece, iniziano a lanciare segnali al pubblico stoner (soprattutto "The Wheel", quasi Sleep).
Ci vorrebbero tante parole per sviscerare un disco così ricco e così simbolico degli anni 90. Ma le note stellari dei Motorpsycho sanno esprimere molto meglio il concetto.
[Dale P.]
Canzoni significative: Wearing Yr Smell, Now It's Time To Skate, The Wheel.
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