Al sesto album i Motorpsycho abbandonano tutte le influenze palesi e finalmente diventano I Motorpsycho: una band unica, con un sound riconoscibile e personale. Non che prima fossero dei cloni, anzi, ma dovevano ancora sviluppare i lati della personalità che li rappresentasse completamente, senza far pensare "ah si questa sembra un canzone dei Sonic Youth" "qui ricordano i Dinosaur Jr" ecc.
"Angels And Daemons At Play" nasce come unione di tre EP: "Babyscooter", "Have Spacesuit Will Travel" e "Lovelight". Varie ristampe (CD, box, LP) corrispondono a varie durate: confusi? Poco male, il senso rimane lo stesso: il disco è un piccolo capolavoro. "Angels And Daemons At Play" è l'inizio della nuova fase della band: pur essendo brani nati come jam sessions vengono legati armoniosamente nel contesto del disco; non c'è più la sensazione di compilation dei precedenti lavori ma ogni canzone segue uno sviluppo armonico con le altre. Ecco perchè, al di là che contenga alcune delle migliori canzoni dei Motorpsycho, è un piacere ascoltarlo dall'inizio alla fine e rimetterlo da capo. Il trittico "Walking On The Water", "Heartattack Mac", "Pills Powders and Passion Plays" è da urlo: tre canzoni che valgono intere discografie. La band si diverte, ha trovato confidenza e trasmette gioia. Il "whooo" liberatorio a metà di "Walking on the Water" rivela che tutti i pezzi sono andati al loro posto: dopo anni di tentativi la macchina è partita e può finalmente conquistare le platee mondiali.
Rispetto ai precedenti dischi c'è giusto una spruzzata di post-rock che affiora tra arpeggi e colpi di rullante ("Un Chien D'Espace") ma erano gli anni in cui gli Slint te li trovavi ovunque, e serve quasi come esame del Carbonio-14 per scoprire l'età del disco. Benvenuti nel gotha dei grandi, Motorpsycho!
[Dale P.]
Canzoni significative: "Walking On The Water", "Heartattack Mac", "Pills Powders and Passion Plays"
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