30 anni di carriera, decine e decine di dischi tutti parimerito imperdibili. A cosa serve la recensione di un nuovo disco dei Motorpsycho? Sicuramente per segnalare che è uscito un nuovo disco, che già è una buona novella. Poi a dire che è bello, no? A di là di fisiologici alti e bassi i norvegesi non hanno praticamente mai pubblicato qualcosa di inutile, men che meno di fastidioso. Semmai ogni tanto hanno deviato dai loro "usuali" canoni per esplorare sonorità più o meno progressive, più o meno country, più o meno pop.
"Ancient Astronauts" ha l'apparenza di un EP: contiene quattro pezzi per un totale di quaranta minuti. Un brano dura poco meno di 7 e uno poco più di 2. Di consueguenza gli altri due pezzi sono belli corposi, in particolare "Chariot Of the Sun" raggiunge i 22 minuti e forse è il brano più lungo dei Motorpsycho (non ci giurerei ma in ogni caso nella top3).
A di là dei conti della serva, la band (qui in trio per ragioni di Covid) suona al suo meglio con brani di hard-psichedelia di altissima qualità e grande trasporto, ovviamente nei brani lunghi se la prende comoda con intro atmosferiche un po' kraut, un po' prog. "Ancient Astronauts" ha il suono di una jam stoner da applausi a scena aperta e ovviamente va aggiunto alla collezione senza indugiare. Ma già lo sapevate.
[Dale P.]
Canzoni significative: The Ladder, Mona Liza/Azrael.
|