I Minus The Bear confermano di avere una buona vena creativa e mettono sul piatto del loro terzo album in studio dieci canzoni dall'appeal seducente, omogenee ma nel contempo ognuno dotate di luce propria.
Le convergenze stilistiche sono facili da individuare: si avverte la melanconia emo (intesi, non la merda industriale da centro commerciale che impera al giorno d'oggi) di Sunny Day Real Estate e Drive Like Jehu (l'apripista "Burying Luck" - che potrebbe anche avere tangenze coi The Police, perché no - oppure "Throwin' Shapes") ben amalgamata con suoni che potrebbero stare da qualche parte tra Porcupine Tree ("Dr.L'Ling" ad esempio, o "Lotus" - bella la coda finale) e recenti Anathema addirittura (la seguente "Part 2").
Una gruzzolo di nomi che non mira però a sminuire l'operato dei nostri, bensì ad accrescere la curiosità di chi ancora non ha avuto modo di approcciarsi a questo "Planet Of ice" della band di Seattle. "When We Escape" ha quel tono dimesso che ti costringe a premere nuovamente play con quel refrain che avremo già sentito altrove eppure piace un sacco.
Oppure "Ice Monster" e laa bellissima "Double Vision Quest" che hanno uno spirito melodico non dissimile a quello di >Dredg e Khoma. Alcune sfumature del timbro vocale del singer (e chitarrista) Jake Snider ci hanno rammentato Gavin Rossdale dei Bush (ed a molti là fuori tale accostamento - niente affatto stilistico ma bensì legato a semplici assonanze, sia chiaro - potrebbe apparire ben poco lusinghiero, ma davvero poco ci importa) e le sue linee melodiche appaiono gradevoli, facilmente assimilabili ma mai sputtanate o votate al consumo da hit-parade.
Anche i suoni del resto della cricca appaiono ben calibrati, gli arrangiamenti sono costruiti con classe e da un punto sintattico le composizioni non soffrono mai eccedenze nelle strutture o digressioni scriteriate. Ogni cosa è al suo posto e ha un suo perché.
I Minus The Bear non li scopriamo di certo noi ed è altrettanto certo che non li annunziamo come salvatori di nulla ma ci azzardiamo a pronosticare che questo loro parto può tranquillamente superare indenne la prova del tempo e rivelarsi fresco e piacevole in futuri ascolti. Ed in un panorama talmente scarico e privo di idee come quello dell'emotional-rock (o presunto tale) questo ci sembra veramente un grande pregio.
Buona prova, senza alcun dubbio.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Burying Luck; Ice Monster; Double Vision Quest; Lotus.
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