I Milaus ritornano dopo il discreto successo (più di critica che di pubblico) di "Rock Da House". Cambia la label: da "Cane Andaluso" alla più scalciante "Black Candy" (che in poco tempo ha messo mano sul meglio dell'indie rock nostrano). Matura il sound: perdono un po' di grinta ma guadagnano in raffinatezza. Sempre Sonic Youth, Shellac e Pavement sono i nomi tutelari del gruppo ma in "JJJ" si aggiungono grosse dosi di post-rock jazzato e psichedelico.
La band è abile nel scartare le facile soluzioni e i chiari riferimenti ma spesso inciampa nel autocompiacimento. Le soluzioni intimiste tendenti al primo emo, o ballate un po' troppo inconsistenti pure essere definite "sbilenche" bloccano il normale fluire di un disco che ogni tanto tende a zoppicare.
Graziosamente imperfetti e perenni loser a parer mio dovevano solo studiare meglio lo svolgimento del disco. Gli indierocker apprezzeranno e tutti gli altri, come al solito, ignoreranno.
[Dale P.]
Canzoni significative: It's A Miracle, Traffic.
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