Personalmente una delle migliori scoperte del festival Roadburn Redux è stata quella dei Might. Formati dai coniugi Ana Muhi (voce, basso) e Sven Missullis (chitarra, batteria, voce) la band è nata in pieno lockdown e proprio durante la pandemia ha registrato il disco d'esordio, pubblicato dalla Exile On Maistream.
Might sono grezzi, sporchi, super distorti e apparentemente banali. Tecnicamente limitati. Eppure proprio l'insieme dei "difetti" diventa un grande pregio. Già perchè riescono a creare una atmosfera lugubre, sinistra e malsana quasi come dei Misfits in versione sludge. O i Dead Moon alla prese con il repertorio dei Melvins.
Musicalmente mescolano piuttosto grossolanamente riff sabbathiani ribassati e iper saturi (tra sludge e drone metal) e black metal (quello primordiale tipo Darkthrone). Marito e moglie si dividono l'uso della voce, che in generale è piuttosto raro, e preferiscono invece perdersi in divagazioni acide, vagamente stoner, ma sempre piuttosto minimali. Quando non graffia il suo basso generando scosse telluriche casuali Ana evoca spiriti con timbro ossianico che potrebbe ricordare Jex Thoth o, andando indietro nel tempo, i Coven.
"Might" è un disco che nella sua semplicità va dritto al cuore, ed è in grado di svettare fra le decine di produzioni iper pompate e iper pompose grazie al suo essere "true" in maniera sincera. Artigianato in musica. Disponibile esclusivamente in vinile con CD allegato. Anche questa è classe.
[Dale P.]
Canzoni significative: Vampire, Possession.
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