Credevate di aver trovato la soluzione al dilemma Meshuggah? e invece no! non è così. E sembra che nessuno scoprirà mai cosa passa per quelle testolinedeviate.
Catch 33 sembra voler essere un approfondimento se non il superamento del modo di dire americano "catch 22". Il fine dell'album, metaforicamente dichiarato, si concentra sul groviglio insolvibile dei paradossi, contraddizioni, nonsensi impossibili da catturare che caratterizzano la vita. Quale titolo più azzeccato per una band la cui ispirazione e creatività è il mistero fatto prog-metal?
I nostri amatissimi compatrioti dell'Ikea hanno sfornato un nuovo album. Nuovo perchè riesce a differenziarsi dai precedenti, perchè ha una direzione diversa pur riuscendo a mantenere lo stile e l'intenzione tipica dei Meshuggah che ci ricordiamo da Nothing e I. Più che di canzoni qui si parla di mood complessivo.
La ricerca sonora si giostra in uno sperimentalismo delle finezze. Non aspettatevi che le novità saltino subito alle orecchie: sarebbe troppo facile per una band che non conosce la scontatezza! Mettete su il cd e lasciatelo in play fino alla fine: non penserete mica che il nuovo disco sia volgarmente divisibile in canzoni! Ad ogni ascolto si scopre quel di più (che non è cosa già sentita, ok... ma qui si parla di sperimentalismo dichiarato!) che fino a ieri sembrava nascosto quasi volutamente dietro ai devastanti e ossessionanti riff all'insegna della devianza.
Insospettabili ricami, linee che si sovrappongono a intermittenza capaci di farci saltellare le budella freneticamente. Ed ecco qui i vecchi Meshuggah. Il loro pregio è che sono inarrivabili. Non è cosa da tutti restare fedeli a sé stessi, anche dopo il successo riscosso con un album come Nothing. Un "guarda e passa" dantesco è la loro attitudine. Imperterriti continuano per la loro strada di cui solo a loro non sfugge alcun particolare. Tortuosa, pericolosissima, scoscesa, sull'orlo del precipizio, sempre. Sempre aperta a nuove soluzioni ( per es. l'uso insospettabile di una batteria elettronica), a patto che siano di una potenza sonora devastante a dir poco. A loro piace questa atmosfera di sospesione, anzi, loro sono la stessa precarietà martellante che suona così irrestibile alle orecchie di noi profanatori.
Catch 33 potrebbe essere ascoltato come la colonna sonora di un film horror. Di quelli di oggi, dove sono i suoni a creare l'atmosfera giusta (Giacchè il resto non sarebbe sufficiente a far drizzare un pelo a un criceto). La musica fa tutto da sola, basta lasciarsi annegare tramortiti, arresi. E Catch 33 mi terrorizza. E mi affascina allo stesso tempo, come i Meshuggah in genere. Amo ricercare la via d'uscita dai labirinti claustrofobici, farmi trapassare dal tormento più insistente. Purchè sia in loro compagnia. E voi?
[Shizu]
Canzoni significative: tutte.
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