A 8 anni di distanza dal precedente "Venus Armata" arriva "Nekyia" settimo album dei canadesi originari di Montreal nel Quebec. Dedito ad un ibrido riconducibile al drone-folk-metal dalle tinte piuttosto scure il duo composto da Genevieve Beauliau e da S. de la Moth è maestro nel trasporre in musica antiche suggestioni legate spesso alla natura. Il dualismo perfetto tra la voce di Genevieve e le chitarre drone-noise di S.de la Moth è elemento distintivo che rende riconoscibile e personale la proposta dei Menace Ruine che si è evoluta da origini noise/black metal alle attuali strutture drone più atmosferiche.
Nella cultura e nella letteratura greca, la Nekyia è un rito attraverso il quale spettri o anime di defunti venivano richiamati sulla terra e interrogati sul futuro, ovvero un rito che oggi definiremmo "necromantico". "Your sadness in vain" sembra quindi introdurci ad un mondo parallelo attraverso feedback striduli di chitarra sui quali si staglia la voce enfatica ed evocativa di Genevieve. In "Pigeon Rain" ad una chitarra dronica si sommano percussioni che donano una maggiore dinamicità al brano che risulta essere uno dei più riusciti. Con "Umbra Horrenda" i toni si fanno decisamente cupi e ci introducono alla meravigliosa "One Last Song" che ci riporta alla mente i momenti più folk dei dischi precedenti. "Gift of Joy" e "The Earth is Stained" sono marziali nei tempi e dai sentori medievaleggianti mentre "Free in Farewell" ci congeda con melodie più eteree e sognanti.
Disco ispirato, coinvolgente e denso di sensazioni che si aggiunge ad una discografia assolutamente da riscoprire.
[Marco Paddeu]
Canzoni significative: Your Sadness Is Vain, Umbra Horrenda.
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