Attendevo da parecchio questo disco. Per vari motivi. Uno perchè qualunque cosa dei Melvins la attendo sempre più di ogni altra cosa. Due perchè volevo capire che direzione avessero preso dopo la trilogia dell'anno scorso. Tre perchè Electroretard è il primo disco pubblicato con la Man's Ruin (quindi potevo aspettarmi anche un disco stoner!). Quattro perchè il disco comprende qualche canzone nuova, qualche classico del gruppo rifatto per l'occasione e alcune cover. Cinque perchè tra le cover c'è la versione completa di Interstellar Overdrive. Fatte queste precisazioni vi dico che i Melvins si candidano ad essere gli eredi dei Pink Floyd di Syd Barret. Rumori assortiti, lunghe pause, pezzi piuttosto complessi nella loro struttura e un odore di acidi che si sente un po' ovunque. Anche nella cover dei Wipers, la mitica Youth Of America. Anche nell'aver ripreso uno dei migliori pezzi della storia dei Melvins, ovvero Tipping The Lion (dal sottovalutato Stag ovvero uno dei migliori dischi psichedelici della storia). Ma nessuna traccia vale tanto come Interstellar Overdrive. Un vero trip. Da delirio. L'unico difetto del disco è nella registrazione che privilegia le chitarre rispetto alla batteria furiosa del buon Dale Crover. Per il resto un'altro capolavoro.
[Dale P.]
Canzoni significative: Interstellar Overdrive, Youth Of America.
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