Un lavoro curioso questo dei Melloncek. Se pensate che negli Shandon la mente curiosa e creativa sia solo quella di Olly (che lo ricordiamo è occupato in progetti di vario genere) non avete fatto i conti con il bassista Andrea Castelli.
In collaborazione con il batterista Matteo Novello e coadiuvato da numerosi e variabili musicisti, Andrea racchiude in poco meno di 40 minuti infinite suggestioni da colonna sonora o, per dirla con linguaggio da critico musicale, "post-rock".
10 composizioni strumentali, più o meno lunghe, con infinite atmosfere e suggestioni e rimandi al progressive, al jazz, al folk,all'etnica e all'elettronica con i piedi ben piantati in un retroterra comunque rock.
Quest'esordio dei Melloncek (a cui auguriamo e chiediamo un seguito) incuriosirà i fan degli Shandon ormai cresciuti e saprà conquistare anche i palati degli indie-rocker più snob grazie alla classe cristallina dei protagonisti.
[Dale P.]
Canzoni significative: El Jaber, Hank.
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