Una cosa non riesco a capire: come abbia fatto la bella Melissa a conquistarsi una tale reputazione per circondarsi di così tanti ospiti. E non fate i maliziosi! Come cavolo ha fatto in un solo disco a far suonare John Stainer (ex Helmet e ora nei Tomahawk), James Iha (ex Smashing Pumpkins e ora A Perfect Circle), Atom Willard (Rocket From The Crypt) e praticamente, in un brano, tutti i Kyuss di Blues For The Red Sun (Brant Bjork, Nick Oliveri e Josh Homme, ovviamente niente John Garcia). A parte questi misteri (che ci dovrà svelare! Una bassista mediocre come lei che fa scomodare alcuni fra i personaggi più importanti degli ultimi anni. Sono geloso!!?), veniamo al disco. Produce Chris Goss. Fatevi due calcoli pensando ai nomi che vi ho citato e cercate di capire cosa possa venirne fuori?? Sicuramente un delirio... certamente un ottimo disco. E così è. Melissa dimostra del talento, almeno nel songwriting (anche se si sentono palesemente molti aiuti), se non nel canto. Diciamo che la ragazza ha ottimi gusti musicali, che si palesano in quest'esordio. Pensate ad una versione meno malata, più dolce e meno grezza dei QOTSA. Arrangiamenti ricchi di trovate, qualche timida tastiera che si affaccia di qua e di là e un vago sapore di deserto tra i solchi. Non posso esprimermi sul valore "assoluto" di questo disco, ma se vi dicessi che è uno degli album che ascolto di più in questo periodo??
[Dale P.]
Canzoni significative: Head Unbound, Followed The Waves, Taste You.
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