Se avete seguito attentamente tutte le mosse della band dagli esordi, molto probabilmente avrete capito che anche questo "Granvanoeli" non sarà il classico disco da cui sai già cosa aspettarti.
Ma cosa vi aspettatevate? "Outside The Loop" era un disco rock alternativo dal sapore internazionale e il successivo EP "And Then We Met Impero" era uno splendido flusso sonoro che prendeva sia dal prog che dall'indie/noise. Quindi il passo successivo quale potrebbe essere?
"Granvanoeli" è difficile da definire, soprattutto da inserire in un filone. La band rivela la sua volontà di crescere, di esplorare nuovi generi e non ha paura di buttarsi in una nuova sfida. In questo caso la sfida si chiama post-rock. Memori di ascolti come Pelican, Red Sparowes e Neurosis, i nostri inseriscono soffusi elementi di "psichedelia hardcore" in un contesto che di rock ormai non ha più niente.
E' un flusso sonoro senza pause, quasi un brano lungo 40 minuti (e scopriamo pure che è la prima parte: il seguito uscirà il prossimo anno) in cui la malinconia prende il sopravvento sull'energia del corpo. "Granvanoeli" è da ascoltare osservando il mondo dalla finestra con la mente rivolta verso le sconfitte, cercando in ogni modo una via di fuga, pur rimanendo immobili.
"Tra queste rive scorreva un fiume che non finiva mai. Portava via cupi presagi. Ritorna qui tra noi". Forse è la stessa cosa che chiederanno i fan alla band, cercando invano un sound più solare. Ma i Meganoidi hanno voltato le spalle e osservano un mondo che vogliono esplorare pur essendo spaventoso. Riusciranno a trovare compagni coraggiosi per questo viaggio?
[Dale P.]
Canzoni significative: At Dusk, The Millestone, 2:16.
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