Ogni disco dei Mastodon segna uno stacco evolutivo rispetto al precedente, aggiungendo passo dopo passo dettagli e qualità. Gli esordi schizofrenici al confine con hardcore e death metal con batteria impazzita e voce incazzata sono ormai lontani e la maturazione di quei Mastodon tocca l'apice con Blood Mountain album di gran classe capace di unire furia metal, tecnicismi prog e cavalcate psych al servizio di canzoni di alta fattura. Senza dubbio un capolavoro della musica.
I Mastodon, con grande intelligenza, non provano quindi a ripeterlo. Si chiudono in studio con Brendan O'Brien che oltre ad aver lavorato con Soundgarden, Pearl Jam, Rage Against The Machine e altre band multimilionarie è anche loro vicino di casa (Atlanta, Georgia) e registrano l'album che li consacrerà band definitiva di questo fine decennio. Il loro Lateralus, per tirare fuori una metafora "tooliana". Per fare questo abbandonano parecchia rabbia, mettono da parte una buona dose di cervelloticità e, ragionando di sottrazione, tirano fuori l'essenza più matura e, per certi versi, definitiva. Ovvero quelle caratteristiche che sappiamo bene non abbandoneranno mai la band. In parole povere solo i Mastodon potevano scrivere "Crack The Skye". E in un momento in cui gli epigoni stanno bussando violentemente alla porta (Bison BC, Kylesa, Baroness, e tutto l'underground "alternative metal") c'era bisogno della cerimonia di inconorazione.
"Crack The Skye" è quindi un disco al di fuori dei generi, capace di raccogliere il fan del prog come quello del rock e del metal estremo. Probabilmente chi bazzica l'underground non gradirà il prodotto, definendolo troppo confezionato o troppo moscio e rimpiangerà i vecchi tempi. I Mastodon non sono più per loro. Ora sono nel pantheon e da lassù chiunque può vederli. Da lassù chiunque può ascoltarli e pur continuando ad essere ricoperti di tatuaggi hanno messo il vestito buono.
I Mastodon hanno vinto.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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