Nel mondo musicale esiste la leggenda che se una band indipendente firma per una major il suo valore tende a scendere in modo inversamente proporzionale ai soldi offerti per il contratto. Negli anni 90 abbiamo assistito ad una migrazione di massa verso label come Epic, Columbia, Island, Emi, Virgin. Il risultato fu disastroso.
10 anni dopo i Mastodon ci riprovano generando discussioni in tutto il mondo underground. Un mondo che ha giustamente paura di perdere uno dei suoi frutti migliori. Ma questi quattro ragazzacci sporchi cresciuti a Melvins e Rush non sono certo nati ieri (vedi alla voce Lethargy e Today Is The Day): piuttosto che svendere il proprio prodotto diluendolo nel pop (come fecero per esempio i Cave In di Antenna) hanno deciso di concentrarsi sulle canzoni, sui riff e sull'atmosfera, non rinunciando a progredire.
Non abbiate paura, i Mastodon rimangono sempre gli stessi ma è come se avessero cambiato pelle modificandosi in qualcosa di più maturo e consapevole, studiato e tecnicamente azzardato, in un prodotto in grado di esaltare i vecchi fan e di procurarsene di nuovi. Dicendo quindi addio del tutto (o quasi) alle vecchie influenze hardcore/grind, i nostri assorbono vent'anni di musica pesante scartandone gli inutili orpelli e le pose ormai ridicole e enfatizzandone i pregi come impatto e potenza farcendo il tutto con un senso della melodia che tanto deve al mondo psichedelico (debitore di certo grunge, dello stoner, e di parecchi sapori arabo-orientali).
Ne viene fuori un album splendido, vario e orecchiabile che lascia parecchi spunti curiosi per il futuro. Ecco perchè non stupiscono le collaborazioni con membri di Neurosis, Queens Of The Stone Age e Mars Volta, anche loro pronti a cogliere i segreti di una band unica nell'attuale panorama musicale.
Nel 2006 i Mastodon rimangono senza dubbio la migliore band metal in circolazione e questo "Blood Mountain" lo dimostra.
Il disco si apre con la consueta rullata di Brann Dailor, seguita da un riff killer sparato a mille. Stesso discorso per la successiva "Crystal Skull", uscita come singolo in vinile per la vecchia label Relapse. In questo caso però vengono enfatizzati gli aspetti più "prog" con armonizzazioni, stacchi e le consuete scale arabe, tratto ormai distintivo della band.
"Sleeping Giant" è la prima sorpresa. Un brano riflessivo e quasi amaro nel suo incedere, mostra come una band "underground" possa sfruttare il maggiore budget a disposizione per arricchire la propria tavolozza sonora.
Non sveliamo tutte le sorprese di un album ricco e stimolante, forse meno innovativo e schizofrenico di un tempo ma decisamente a fuoco e notevole nel suo riuscire a mantenere i piedi sia nell'underground che nel mainstream. Sembra che ai Mastodon riesca tutto facile, segno di una lucidità con pochi eguali.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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