I dischi live non mi hanno mai entusiasmato troppo. E' difficile ricreare l'atmosfera di un concerto stando comodamente seduti in camera a fissare il nulla. Manca il sudore, la calca, le urla del vicino, gli sguardi lontani con una ragazza carina che potrebbe essere la donna della tua vita. I riflettori, i tecnici che fanno il soundcheck, gli applausi e le urla. Il tentativo di andare tra le prime file solo per sentirsi un pochino più importanti.
Tutto questo nei dischi live non è possibile ricrearlo. Al massimo, ci si può godere di un bel concerto in formato DVD. Questo "Scabdates" non sfugge alla regola. Per di più è il secondo live in una discografia che comprende due dischi ufficiali. Infine, le mie orecchie sono ancora sazie dopo il concerto (vero) dello scorso anno.
I Mars Volta dal vivo aspirano ad essere i Grateful Dead dell'indie rock. I brani, dilatati all'inverosimile (e già in natura non sono certo l'esempio di brevità) fanno perdere alla band parecchi punti. Le parti psichedeliche spesso si limitano a rallentamenti seguiti da crescendo che portano ad altri rallentamenti seguiti da crescendo che tornano, infine, nella carreggiata del ritornello. Prevedibili e troppo orientati alla chitarra.
Ormai sono sempre più convinto che la band di "DeLoused In The Comatorium" non tornerà più (e sono sempre più convinto che il merito di quell'album sia di Rubin che ha messo un po' di freni alla band) e dovremmo goderci delle loro intuizioni in mezzo a lungaggini eccessivamente prolisse e prevedibili. Ma soprattutto quanti altri loro live dovrò ancora ascoltarmi? Se lo trovate comprate il primo (ma è piuttosto raro) e questa versione registrata male di "Frances The Mute"
lasciatela nei negozi.
Augurandomi che la prossima volta ci propongano un DVD.
[Dale P.]
Canzoni significative: Cicatriz, Concertina.
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