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Mark Lanegan - Here Comes That Weird Chill (Beggars Banquet)

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Mark Lanegan - Here Comes That Weird Chill
Autore: Mark Lanegan
Titolo: Here Comes That Weird Chill
Anno: 2003
Produzione:
Genere: rock / folk / pop

Voto:



Mark Lanegan è il Tom Waits della nostra generazione. O almeno sta cercando di diventarlo. Non di copia spudorata si tratta ma della stessa ricerca stilistica e sonora. "Metamorphine Blues" è, appunto, un blues deviato, malato e depravato. Certo, nella stessa canzone appaiono Nick Oliveri e Greg Dulli, quindi solo la loro presenza garantisce quel grado di depravazione che pochi potrebbero raggiungere da soli. Un beat quasi industrial, voci che si sovrappongono, una chitarra continua che tesse trame inaspettate e rumorose. Forse Tom Waits non è mai arrivato a tanto. Ideale per qualche scena delirante, ubriaca e degradata in un film di David Lynch. Da un Mark Lanegan stilisticamente sempre uguale a se stesso (almeno nelle prove soliste) è una vera rivelazione e ci rivela la sua enorme grandezza. Dal secondo brano ("On the Steps Of The Cathedral") capiamo il perchè di questo cambiamento. In realtà questo EP (che anticipa il nuovo disco di qualche mese) è nato da una costola delle Desert Sessions. Il brano in questione, infatti, è scritto e suonato dal buon Chris Goss, e così "Clear Spot" scritto da Von Vliet e suonato interamente da Alain Johannes. Certo, il tutto segue lo stesso filone oscuro e malato, molto rumoroso e fuori dalle righe, ma per i fan del Mark Lanegan solista potrebbe essere uno shock. Ma per i fan del deserto come me non può che essere una buona notizia!! Josh Homme appare nel quarto brano, "Message To Mine". E si sente. Fantastica, la voce ulcerosa di Lanegan si sposa alla grande con la chitarra liquida della regina del deserto. Un grandissimo capolavoro. Ascoltandolo non potete non pensare sia ai Kyuss che agli Screaming Trees. E non solo per i protagonisti del brano. Immensa "Lexigton Slow Down" che ci porta alle atmosfere Waitsiane di Mule Variations. Molto bella la desertica "Skeletal History" scritta in collaborazione con Homme e Oliveri, sporca e blues al punto giusto. Gli ultimi brani dell'EP (in totale sono 8!!) sono scritti dal solo Lanegan e riporta il nostro a lidi più conosciuti. Ballate scarne e fumose. Se questo non è il capolavoro dell'artista poco ci manca e ci fa sbavare in attesa dell'album nuovo.

Canzoni significative: Metamorphine Blues, Message To Mine, Lexigton Slow Down

[Dale P.]

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