Marissa Nadler pur essendo un'artista prolificissima è abile nel rimanere ai margini della scena folk-dark, muovendosi in un territorio delicato e mai gratuitamente oscuro. Rispetto a Emma Ruth Rundle, Chelsea Wolfe, Marissa è figlia di ascolti settantiani (Joni Mitchell, Cat Stevens, Townes Van Zandt, Kris Kristofferson, Tom Petty, Neil Young, Leonard Cohen) ma allo stesso tempo perfettamente calata nella contemporaneità indipendente (Daniel Johnston, Radiohead, Xiu Xiu, Magnetic Fields). I nomi citati sono stati da lei più volte coverizzati e perfettamente "nadlerizzati", diventando essa stessa un ponte fra nuova e vecchia scuola "folk".
Stephen Brodsky è il cantante dei Cave In, Mutoid Man e altri progetti tra l'hardcore e l'alternative rock. Ha conosciuto Marissa ad un concerto a Brooklyn e da lì hanno iniziato a progettare di fare qualcosa insieme. Prima la colonna sonora di un film horror, poi un disco di canzoni.
Nasce quindi "Droneflower", in cui l'eterea voce di Marissa si sposa con la chitarra "heavy" di Brodsky. In realtà, a parte "For The Sun", con un incedere quasi doom è la voce di Marissa l'assoluta protagonista e le atmosfere si mantengono sul folk "sognante". Le atmosfere "horror" sono comunque presenti ("Space Ghost", per esempio), evidente eredità delle prime idee. Da segnalare, oltre ai brani firmati dalla coppia, la presenza di due cover. La prima è "Estranged", epico brano scritto dai Guns'n'Roses, la cui pomposità originale viene soffocata da nubi oscure, e "In Spite Of Me" dei Morphine che vede presente il sax di Dana Colley che curiosamente non suonò nella versione originale.
"Droneflower" è un disco che gli amanti di Marissa non devono perdersi, mentre del Brodsky "caveiniano" c'è ben poco, ma non è certo un male. Chissà se la coppia vorrà regalarci un altro gioiellino in futuro.
[Dale P.]
Canzoni significative: For The Sun, Dead West.
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