Lustmord e' uno che toglie il sonno la notte. I suoi tour de force psichici trascinano in rituali occulti dove i demoni sono ben piu' che presenze subliminali. E' l'alter ego musicale di Lynch, succhia l'anima agli incubi, la processa e la rigurgita sotto forma di mantra malvagi. Flussi di suono avvolgenti scorrono in brani senza alcuna struttura in cui le variazioni sono minime e neanche presenti in tutti gli episodi.
L'omogeneita' del discorso sonoro condotto da Lustmord in questi anni e' evidenziato in questa raccolta di materiale composto tra il 1994 e il 2007 per colonne sonore e videogiochi. In mezzo c'e' "The Blasted Pain", di cui i fan dei Tool serberanno di certo memoria visto che compare nel DVD di "Vicarious". Difficile dire quale delle cinque tracce qui incluse sia la piu' evocativa, la piu' terrificante. Forse "Corvus Mysterium", concepita come soundtrack di un film nel '94 e rielaborata nel '97 per il sequel: echi di urla che appaiono e svaniscono all'improvviso come fantasmi, gorgoglii satanici e profondi sospiri provenienti dall'abisso, qui la poetica di Lustmord raggiunge picchi di estrema ferocia psicologica.
Spessi bordoni serpeggiano sotto una nebbia densa intrecciata col filo spinato direttamente nelle fucine dell'inferno. La tensione emotiva e' condotta allo spasimo, laggiu' si agita qualcosa che dimena i tentacoli e digrigna i denti.
"Vault" pare uscita dagli spartiti di Angelo Badalamenti, ecco che torna in qualche maniera il parallelo con Lynch. Il clima muta in "Haze", dove dalle fessure penetra un lucore che delinea un giro melodico preciso, ma sono pochi istanti prima che le tenebre tornino a oscurare l'intera scena risucchiando ogni molecola di ossigeno. Annegando nel nero ogni possibilita' di salvezza.
[Marco Giarratana]
Canzoni significative: Corvus Mysterium; Haze.
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