Lustmord è diventato negli ultimi anni tra i nomi più noti dell'ambient industriale, al di là della cerchia di appassionati che lo segue dai lontani esordi nei primi anni 80, complici i suoi recenti flirt con la scena alternative metal americana. Melvins in primis. Dopo la condivisione dell'album "Pigs Of The Roman Empire", Buzz è diventato collaboratore fisso di Brian Williams, condividendo anche il precedente Juggernaut.
Nel suo tentativo di aggiornarsi e di mettersi in linea con gli standard odierni (ma in realtà si trova essere sempre un passo avanti), questo [Other] vanta delle ospitate di tutto rispetto. Oltre a King Buzzo, che si limita a scrivere e suonare la lunga e ipnotica Prime [Aversion], troviamo la chitarra di Adam Jones dei Tool nell'infinita Godeater, in Dark Awakening e nella finale Er Ub Us, e Aaron Turner degli Isis in Element.
Non aspettatevi niente dei Tool, e nemmeno degli Isis, qui abbiamo a che fare con soundscapes e lunghi drones, vaghi beat industriali e parecchia oscurità. La vicinanza stilistica è con i vecchi dischi di Melvins, Earth, SunnO))) data la predominanza chitarritica, addirittura con puntate verso lo sludge (Dark Awakening, con un inedito Adam Jones).
Come i SunnO))) insegnano un buon aiuto per sdoganare e per rendere più vari i dischi del genere sono necessarie le collaborazioni. Collaborazioni che rendono il tutto masticabile e vario pur senza perdere la componente oscura e malata.
Per chi si vuole immergere in questo mare, nero come la pece, [Other] è senza dubbio un ottimo inizio. Ma è necessario chiudere gli occhi e aprire la mente. E prepararli a riaprirli con addosso parecchio malessere.
[Dale P.]
Canzoni significative: Dark Awakening, Prime Aversion.
|