Il rumore proveniente dagli anni 80-90, quelli oscuri prima che si imborghesissero e perdessero la carica demoniaca, quelli che vanno dai Big Black ai Butthole Surfers passando per Touch&Go, Skin Graft e Amphetamine Reptile, stanno pian pianino riconquistando le platee.
La cosa curiosa è che mentre nel resto del mondo QUEL modo di fare musica è praticamente sparito o è passato ai piani alti della discografia (basta guardare l'attuale sdoganamento dei Melvins) qui in Italia continua a sudare tra palchi piccoli ed etichette perennemente in bancarotta.
Tragol De Rova è l'esordio dei Lucertulas, ma i più attenti ricorderanno quel piccolo gioiello che era "Homo Volant" dei Superlucertulas, ovvero più o meno lo stesso gruppo. Ritornano quindi con un nuovo nome, cambi di formazione e nuova etichetta: la rinata Robotradio di Trento (Rosolina Mar, Putiferio, Hell Demonio, Dead Elephant).
Il disco è di quelli difficile da descrivere. Suoni alieni di chitarra, dissonanze, tempi storti e tanto rumore. Una versione acida del mathrock, violento ma straniante grazie all'eccezionale lavoro chitarristico di Christian Zandonella capace di cavare dalla chitarra suoni inusuali e intrecci mai banali, sorretto splendidamente dalla sezione ritmica precisa, potente e sbilenca.
Per chi ama il noise-rock un acquisto obbligato, ma "Tragol De Rova" rimane un disco che per la sua carica e originalità può conquistare chiunque. E dal vivo sono monumentali.
[Dale P.]
Canzoni significative: Roulette, On Rough Sea, 7.
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