Nella tradizione del rock i primi dischi di una band sono i migliori, poi tendenzialmente gli artisti si perdono in ripetizioni sterili o in un lento declino privo di idee. Non succede a tutti. Per esempio i Low è dal 1994 che non sbagliano un disco e che non ne fanno uno uguale all'altro. Certo, potreste obiettare che il loro stile è riconoscibile lontano un miglio ma questo perchè le melodie malinconiche di Alan e Mimi sono particolarmente personali, mentre sono gli arrangiamenti su cui si muovono ad essere decisamente imprevedibili.
Per esempio in questo tredicesimo disco i coniugi sono da soli: prendono le idee del precedente "Double Negative" e le portano ad un livello superiore, mescolandole con folk e spirituals. Quindi non sono i Low "band" ma i Low "smanettoni al computer" che si divertono con glitch e sporcizia, taglia e cuci come se i Radiohead di Kid A/Amnesiac o il Moby di Play si fossero fatti delle pere di codeina e oscurità, finendo tra le braccia dei Sunn O))).
Prendete gli esempi con le pinze, giusto per farvi capire come i nostri preferiscano oggi coniugare l'uso delle macchine con una forte dose roots campestre.
HEY WHAT non è disturbante come certi loro dischi ma è qualcosa di unico nel modo in cui è stato assemblato e pensato. Frutto di menti geniali che amano mettersi in gioco alla ricerca di qualcosa di bello da proporre ai propri fan. Non so se è troppo presto per dirlo ma è uno degli apici della loro ricca e ottima discografia.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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