Un tripudio distruttivo di ansia! Con queste parole puo' essere ben descritto questo secondo lavoro dei Liturgy, band proveniente da quel di Brooklyn. Li vedi in foto e pensi all'ennesimo gruppo indie fotocopia (il mastermind della band, Hunter Hunt-Hendrix, con quel capello liscio ben curato, e quel faccino d'angelo ben levigato, non puo' far altro che rimandare ad un immaginario tutto inglese e pulitino, dell'alta borghesia insomma, vedasi al nome Strokes); li vedi sul palco, con quella formazione scarna, quella batteria comprendente pochi elementi, essenzialita' alle stelle e pensi a qualche gruppo noise-bastardo newyorkese; vedi la copertina e non puoi far a meno che pensare a quelle dei mai dimenticati Swans; e ti vien da chiederti: ma che succede? Mentre la confusione sopravanza imperterrita.
Un cortocircuito musicale, cosi' si potrebbe descrivere quest'album, un miscuglio riuscitissimo, innovativo, destabilizzante, quasi disturbante di noise alla Lightning Bolt, black metal della miglior scuola americana (Wolves In The Throne Room et similia), math rock alla Battles/Don Caballero, post-industrial alla Swans (quelli di Filth, cioe' i primissimi lavori) miscelati con una propensione alla ripetizione psichedelica cara ai sempre fantastici Oneida! Sembra troppo vero? Beh, vi posso assicurare che, dall'apertura affidata a clangori metallici di "High Gold" con quell'esplosione distruttiva che sa veramente di primi Swans appunto, alla ripetizione groovy di "Generation" (qui sembra veramente di sentire degli Oneida, quelli di "Happy New Year", traslati in un contesto disturbante e black metal), alla psichedelia quasi space rock di "Sun of Light", alle meraviglie post-black caustiche di "Glory Bronze", alla quasi sludge noise, e strumentale "Veins Of God", con groove alla Iron Monkey/Eyehategod, e alle armonie naturalistiche, aeree, e black dell'ultima "Harmonia", che farebbe invidia anche ai migliori WITTR, si va a ricercare un modo coeso ed eterogeneo allo stesso tempo di intendere la materia estrema, si va a intraprendere un viaggio nella follia umana, quella piu' fruttuosa, quella piu' meravigliosamente lucente.
Aesthethica e' un'album complesso, difficile, lungo, (quasi 70 minuti di musica), che sposta ancora di un passo i limiti della musica estrema e li pone su di un livello totalmente nuovo, totalmente insperato.
Lode ai Liturgy per esser riusciti nell'impresa!
Ansia dicevamo, non per tutti!
[Lucio Leonardi]
Canzoni significative: tutte.
|