Diciamolo chiaramente: i primi due dischi dei Limp Bikzit sono dei capolavori di tamarragine e anche dei manifesti generazionali che il tempo prova ad intaccare ma che ogni tanto risalgono in tutta la loro allegria fra i discorsi dei trenta/quarantenni. Tutto quello che è venuto dopo è ampiamente trascurabile. Il perfetto equilibrio di riff pestoni, rap urlato e voglia di spaccare tutto è andato via via svanendo già nel terzo "Chocolate Starfish" (che riprendeva i clichè di "Significant Other" aggiungendo noia) e sparendo del tutto nei successivi.
"Rilanciati" dal polemico documentario su Woodstock 99, Fred Durst, Wes Borland, Dj Lethal e soci cavalcano l'onda della nostalgia confezionando al volo un nuovo disco con ironico titolo alla Primus. I Limp Bizkit fanno sempre schifo? Se non li avete mai amati non inizierete certo adesso ma se siete quelli che si sono divertiti ai tempi di "Nookie" e "Break Stuff" è bene che si lancino su Spotify (il disco non è uscito fisicamente) e si facciano un'idea. Potrebbe non essere tempo perso.
Siamo ben lontani dalla scrittura e dalla tamarragine dei primi lavori e ogni tanto svarionano pensando di essere una band grunge. "Barnacle" suona quasi come i Nirvana mentre "Don't Change" è la classica ballad super enfatica alla Staind. "You Bring Out The Worst In Me" non è troppo lontana dalle atmosfere dei Deftones, "Empty Hole" è un bozzetto lentone alla Stone Sour, "Pilly Popper" sono i Nine Inch Nails in versione Poppy. Il resto si barcamena fra rapponi un po' Beastie Boys dei poveri e vecchi ricordi dei Limp Bizkit che furono ("Dirty Rotten Bizkit"). "Still Sucks" fa schifo? Alla fine no, perchè tutto viene affrontato sotto forma di bozzetti (la durata media dei brani e 2 minuti e mezzo) e scorre tutto velocemente. Qualcosa rimane di più, qualcosa di meno. Nel 2021, a parità di genere, preferisco ascoltare Poppy ma, sinceramente, mi aspettavo molto peggio.
[Dale P.]
Canzoni significative: Dirty Rotten Bizkit, Dad Vibes.
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