Font "Crass-iani", copertina progressiva, foto promo con l'intonarumori (uno strumento inventato nel 1913 che generava suoni) sono parte del biglietto da visita dei giovani bristoliani Lice. Attivi da qualche anno, hanno fatto la ormai di nuovo consueta trafila di cassette, EP, remix, 7" e CD-R. Arrivano quindi all'esordio con le idee chiare: creare scompiglio. Il genere di fondo è il moderno post-punk (a cui prima o poi bisognerà trovare un nome), sporcato da talmente tante cose che risulta indefinito e indefinibile. Diciamo che se adorate la parte art-rock di Squid, Black Country New Road, Black Midi, Crack Cloud dovete aggiungere alla lista anche i Lice. Che non mostrano i muscoli con eccessivo barocchismo e tecnicismi fastidiosi ma maneggiano ogni possibilità con grande attenzione, come dei chimici pazzi che provano ad inventare roba strana in laboratorio. Ovviamente dietro c'è un concept lirico distopico e delirante a rendere ancora più stimolante l'ascolto.
Forse è solo un esercizio intellettuale, in cui si cerca di riconoscere questo o quel modello (Liars, Swans, The Fall, Frank Zappa, King Crimson, Shellac, Birthday Party, Wire, Psychic TV....) ma il risultato è in ogni caso eccitante. Certo, il godimento ha bisogno di uno sforzo di attenzione e di un minimo di preparazione, ma non credo sia un difetto. Se amate i rebus non perdeteli per nulla al mondo. Rimane il fatto che "WASTELAND: What Ails Our People Is Clear" è uno dei dischi più originali del 2021.
[Dale P.]
Canzoni significative: Deluge, R.D.C.
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