Un paio di anni fa Big Brave e The Body unirono le forze per esplorare il folk americano, canadese e anglosassone e tirandone fuori i sapori più dark e dissonanti. Ne venne fuori lo splendido album "Leaving None But Small Birds", a mio gusto uno dei dischi più belli degli ultimi anni. Non fu ovviamente la prima volta che musica oscura e folk si sposarono ma per i miei gusti fu senz'altro uno dei connubi più riusciti. Rimanendo nel "nostro" genere mi vengono in mente gli splendidi lavori di Steve Von Till, dello spagnolo Sangre De Muerdago, dei finlandesi Hexvessel, dei norvegesi Wardruna, degli sloveni Sirom. Bisogna essere onesti: non tutto il folk è digeribile per lo stesso ascoltatore e in molti casi è necessario avere passione per il paese d'origine per poterne apprezzare le sfumature e, soprattutto, gli strumenti.
Questa lunga premessa per farvi capire più o meno di che tipologia di folk sto parlando. Se più o meno apprezzate i nomi citati sopra allora dovete assolutamente aggiungere alla lista anche gli irlandesi Lankum, giunti con "False Lankum" al quarto lavoro. L'album è composto da due brani autografi e dieci traditional riarrangiati senza lesinare in oscurità. Ci sono tanti strumenti acustici ma proprio mentre la band sembra trovare una via di fuga solare si butta in droni frastornanti e potenti. Lankum decidono di affrontare un percorso coraggioso, adatto ad una nicchia di ascoltatori particolare, scartando a piè pari ogni possibilità di successo di massa a cui potrebbero aspirare.
Già nel podio del 2023.
[Dale P.]
Canzoni significative: Newcastle, Go Dig My Grave.
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