Cicli e ricicli. Quando arriva un certo tipo di musica è normale che dopo poco per reazione ne arrivi una opposta. E in un mondo metal in cui sembra tutto muoversi alla velocità della luce (nu, post, new wave of, core) era normale e scientifico che arrivassero i "defender". Ovviamente non quelli tutte borchie, spade e falsetti. Ma quelli più sporchi e depravati che tanto devono a Slayer, Venom, Celtic Frost, Voivod. Chiamatelo revival, per me è il ritorno degli zombie sulla terra.
I Lair Of The Minotaur vedono in formazione il batterista dei Pelican (che non ha mai fatto niente per nascondere il suo spirito metallaro) e da due ex 7000 Dying Rats. In questo secondo lavoro riversano sull'ascoltatore tonnellate di riff violentissimi, debitori sia del thrash che del death ma anche dello sludge/stoner (Melvins, Eyehategod, Entombed,St.Vitus, Black Sabbath), tanto da inserirli nel filone Relapse di band come Mastodon (da cui prendono parecchio) e High On Fire.
E' semplice revival, ma forse è bene ogni 5 passi in avanti voltarsi per ricordarci da dove arriviamo... e questi Lair Of The Minotaur lo sanno bene. Se cercate originalità guardate altrove ma un disco così puramente metal al giorno d'oggi è una rarità.
[Dale P.]
Canzoni significative: Engorged With Unborn Gore, Juggernaut Of Metal.
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