Per il ritorno discografico le L7 avevano organizzato un crowdfunding tramite PledgeMusic. Peccato che il sito sia fallito e non abbia risarcito nessuno, facendo finire il disco in un limbo senza via di uscita. Ci ha pensato Joan Jett tramite la sua Blackhearts Records a tirare fuori dai casini le L7 producendo il disco e distribuendolo nei negozi.
Joan Jett, già chitarrista e poi cantante delle Runaways, produttrice di Germs, Poison Idea, Bikini Kill e The Gits da alcuni anni si muove in maniera indipendente, raccogliendo probabilmente meno di quelle che le spetterebbe ma gestendo la propria carriera da sola. "Salvando" le L7 ha dimostrato di essere attenta a tutto quello che succede nel mercato discografico.
Dopo la reunion la band "grunge" di Los Angeles, prima di "Scatter The Rats", ha pubblicato tre dischi dal vivo tramite Easy Action: "Hollywood Palladium", "Wireless" e "Detroit". L'ultimo disco in studio risale quindi al 1999 ed è il sottovalutatissimo "Slap-Happy". Passati vent'anni le L7 si ripresentano con parecchia ruggine. Poco graffianti e poco scattanti: sembrano arrancare ad ogni canzone. Eppure la chitarra è spesso bella grintosa ma il resto della band sembra crogiolarsi su tempi più consoni a donne di una certa età, suonando come più o meno suona Joan Jett adesso. Che però ha qualche anno in più.
Temo però che il pubblico sia decisamente più in forma di loro e si aspettasse qualcosina di più. Non dico tanto ma almeno un paio di pezzi anthemici "alla vecchia", giusto per avere qualcosa di nuovo da cantare sotto il palco e non avere l'impressione di aver buttato i soldi del disco.
Consiglio alle L7, di sgranchirsi ancora un pochino, soprattutto la batterista Demetra Plakas tremendamente piatta. Con la sicurezza che in futuro sapranno riscattarsi consigliamo a tutti un altro loro disco uscito nel 2019: la raccolta "Best Of The Slash Years".
[Dale P.]
Canzoni significative: Burn Baby, Garbage Truck, Holding Pattern.
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