30 Giugno 1992 esce "Blues For The Red Sun". Immaginatevi il contesto. Siamo in pieno periodo grunge, doveva ancora uscire "Holy Mountain" degli Sleep, i Cathedral e i Monster Magnet avevano pubblicato l'anno prima "Forest Of Equilibrium" e "Spine Of God" , i Fu Manchu non si sono ancora visti. Lo stoner rock quindi non esisteva e le etichette cercavano i nuovi Nirvana o qualsiasi cosa che suonava strana, alternativa e heavy. Tipo "The End Of Silence" della Rollins Band, "La Sexorcisto" dei White Zombie, "Angel Dust" dei Faith No More che stavano esaltando i pubblico giovane figlio del Lollapalooza. Qualcosa che potesse essere una via di mezzo fra i Soundgarden di "Badmotorfinger", Danzig e The Cult.
Dal deserto californiano vengono pescati quattro giovanissimi sballati chiamati Kyuss che avevano esordito l'anno prima con l'acerbo Wretch, che suonava ancora come un figlio rock dell'hardcore sabbathiano alla Black Flag / Virulence. Con "Blues For The Red Sun" prendono come produttore Chris Goss dei Masters Of Reality e si chiudono ai Sound City Studios, generando un disco monumentale.
Prendete Black Sabbath, Blue Cheer, Cream, Hendrix e fateli suonare come dei punk e avrete più o meno l'idea del disco. Ma il suono è difficilmente spiegabile: la chitarra sembra uscire da sotto le dune, la voce è un ululato straziato, la sezione ritmica è una tempesta di sabbia sulla faccia. Le canzoni hanno una struttura sbilenca, non definita ma allo stesso hanno quella orecchiabilità tipica dell'alternative metal di quegli anni. L'etichetta ha quindi trovato la gallina dalle uova d'oro? No, il disco venderà 39000 copie pur avendo dalla sua due singoli incredibili come "Thong Song" e "Green Machine". Il mondo è distratto da decine e decine di dischi pazzeschi che escono a getto continuo e solo pochi riescono a capire il mondo alieno dei Kyuss. Quelle 39000 copie gireranno per il mondo e nel giro di qualche anno nascerà lo "stoner rock" genere plasmato totalmente su questo disco.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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