Sono norvegesi e cantano in norvegese, saranno in tour con Converge e Kylesa (passeranno in Italia il 4 e il 5 Agosto), l'artwork del disco e' a cura di John Baizley dei Baroness e al banco di regia troviamo Kurt Ballou che ha ripreso la band dai suoi GodCity di Salem. Questo bastera' a buona parte di voi per convincervi ad ascoltare questa giovane band all'esordio su Indie Records.
Gruppo da amare incondizionatamente anche a livello musicale: mescolate le chitarre e certi viaggi tipici del Savannahmetal (Baroness, Kylesa, Black Tusk), svarioni da black metallari norvegesi in fissa con il punk rock (Turbonegro?) e l'hardcore, brani catchy ma sbilenchi e un personalissimo senso di demenzialita' che aleggia tra i solchi.
Il sestetto (troviamo ben tre chitarristi!!) e' certamente una delle piu' belle sorprese di questo 2010 anche per la dote non indifferente di saper scrivere delle ottime canzoni, caratteristica che e' sempre l'anello debole di questo tipo di produzioni. Non rimane molto di piu' da dire: quando una band sorprende cosi' all'improvviso destando si puo' solamente consigliare il disco spassionatamente , aspettando con gran curiosita' il loro live.
Rimane il problema del recensore catalogatore: metal? black metal? hardcore? punk? rock?
[Dale P.]
Canzoni significative: Sjøhyenar (Havets Herrer), Ulvetid, Sultans Of Satan.
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