Uno dei sodalizi più saldi degli ultimi decenni è sicuramente quello tra James "Munky" Shaffer e Jonathan Davis, unici membri sempre presenti nei quattordici dischi della discografia dei Korn.
Non li ha fermati nulla: non la dipartita di Brian "Head" Welch poi rientrato all'ovile qualche anno fa, nè quella del batterista David Silveria definitivamente sostituito da Ray Luzier; oggi la line up è nuovamente a quattro per la pausa a tempo indeterminato di Reginald "Fieldy" Arvizu occupato a risolvere problemi personali.
Non li ha fermati una pandemia che sta bloccando da due anni quasi ogni attività musicale; i Korn hanno continuato a tirare dritto per la propria strada: sono stati tra i primi a capire il potenziale degli eventi "live" in streaming, hanno continuato a fare tour negli USA pur dovendo affrontare tutte le difficoltà legate alle misure anti Covid e ora si presentano con un nuovo disco dal titolo "Requiem", il primo su Loma Vista, registrato nello studio personale della band con il produttore Chris Collier dopo i due lavori con Nick Raskulinecz.
Tanta costanza e determinazione si riflettono in un prodotto che non spicca certo per originalità ed inventiva, ma che nemmeno urta il sistema nervoso di un fan di vecchia data come il sottoscritto. La parte centrale della discografia dei nu metallari californiani ha visto ben di peggio.
Certo, l'autocitazionismo è sempre dietro l'angolo: "Worst Is On Its Way" recupera il cantato schizzato di "Twist", ma ha il merito di avere un bel riff iniziale, mentre il singolo "Start The Healing" rimanda a "Coming Undone"; in generale, però, il suono è meno plasticoso rispetto al precedente album "The Nothing", che però godeva di qualche guizzo in più nella scrittura, e complessivamente i ritornelli sono più azzeccati e meno emo rispetto al recente passato (ottimo proprio quello di "Start The Healing").
Il disco ha il pregio di durare poco più di mezz'ora e di scorrere via senza grossi intoppi. L'opener "Forgotten", "Disconnect" e "My Confession" sono gradevoli "classici" dei Korn di oggi, mentre qualche sbadiglio esce su "Let The Dark Do The Rest", "Hopeless And Beaten" e "Penance To Sorrow" che suonano un po' fiacche.
"Requiem" è l'ennesimo tassello di una discografia che ha già visto passare il suo meglio, ma ogni due tre anni sedersi a tavola con gli ex ragazzi con cui siamo cresciuti è ancora piacevole anche se le pietanze sono un po' sempre le stesse e hanno perso il sapore dei bei tempi.
[Francesco Traverso]
Canzoni significative: Start The Healing, Worst Is On Its Way
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