In un genere quasi completamente dominato da maschietti barbuti e lungocriniti una band doom/death totalmente femminile è inevitabile che susciti curiosità. Anche se, onestamente, è ben difficile distinguere le danesi Konvent da una band maschile: i riff saturi e duri, monolitici nel loro lento incedere e soprattutto la voce gutturale di Rikke Emilie List possono al meglio ricordare la breve esperienza dei Thorr's Hammer o, andando ancora indietro negli anni, le Mythic; ma il sound proposto in "Puritan Masochism" rietra perfettamente nel clichè più duro del genere.
Quindi se cercate dolcezza rivolgetevi da un'altra parte.
Fatta questa premessa è giusto analizzare la band al di là del sesso: i riff oscuri di cui è composto "Puritan Masochism" sono caldi e avvolgenti al di là della nordica provenienza e ricordano sia l'epicità degli Yob che alcune formazioni post-metal più scure. Su tutto però svetta la già citata voce di Rikke quasi esagerata nel portare la band in un vortice oscuro e l'ascoltatore in un malessere praticamente istantaneo. Che, per un appassionato di doom/death, è un fattore positivo. Colpisce il particolare timbro chitarristico, iper saturo e quasi "stoner" nella sua sporcizia.
Come esordio le Konvent hanno proposto un disco di grande effetto e personalità, sebbene con qualche angolo da smussare.
[Dale P.]
Canzoni significative: Puritan Masochism, Trust.
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