Le danesi arrivano al secondo disco dopo l'ottimo esordio "Purtian Masochism" che era riuscito a convincere anche i metallari più intrasigenti in fatto di musica suonata da donne (benvenuti nel 2022, certi pregiudizi non muoiono mai). Con "Call Down The Sun" le Konvent tengono duro e schiacciano ancora un pelo sull'acceleratore estremizzando il loro già devastante doom-death. La voce gutturale di Rikke Emilie List non lascia un secondo di tregua facendo scappare tutti gli amanti del bel canto, mentre Sara, Heidi e Julie sono implacabili nel loro riffing doom-sludge super ribassato.
Non c'è molto da analizzare in un disco che picchia duro dall'inizio alla fine e che forse per questo risulta un po' "limitato" rispetto alle aspettative di crescita. Konvent hanno scelto una strada meno raffinata e più "true". D'altra parte suonano doom-death non experimental jazz black grind.
[Dale P.]
Canzoni significative: Grains, Pipe Dreams.
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