Gli instancabili King Buffalo sono un piccolo culto fra gli appassionati di stoner rock ma, per quanto mi riguarda fino ad oggi sono stati anche un pelo sopravvalutati. Dopo aver pubblicato l'ottimo "Longing To Be The Mountain" hanno virato verso sonorità prog-metal di dubbio gusto e qualità nell'album "The Burden Of Restlessness per poi tornare nei più sicuri lidi psichedelici con "Acheron", entrambi usciti nel 2021.
Mentre agli esordi davano l'idea di essere i nuovi Motorpsycho hanno mostrato troppo velocemente i loro limiti e la non completa padronanza del proprio buon gusto. Con "Regenerator" tornano sui loro passi cancellando quel sound plasticoso da "Tool dei poveri" e tornano a proporre brani di heavy psichedelia che in alcuni frangenti non sono tanto lontani dai compagni di etichetta Elder.
I nostri si sono sparati un bel po' di dischi kraut rock e nella prima parte del disco si lasciano andare al classico beat motorik su cui costruiscono degli ottimi svarioni psichedelici. Allo stesso tempo si sono abbeverati nelle sacre acque della psichedelia pop per costruire brani più rilassati e orecchiabili, senza rinunciare alla classica dilatazione acida. Forse, forse allora i tre sono davvero i nuovi Motorpsycho? Bisogna ammettere che Regenerator è il migliore della "trilogia della pandemia" e toglie ogni dubbio sull'hype che hanno montato nella scena. E' evidente che King Buffalo sono una band curiosa e sebbene sia evidente che non hanno ancora un loro sound riconoscibile con questo "Regenerator" sono al secondo disco da avere in discoteca (il già citato "Longing..") e probabilmente sono anche imperdibili dal vivo (ma chissà se li potremo mai vedere).
Se, al contrario mio, vi sono sempre piaciuti andate sul sicuro; se siete scettici abbassate le difese e vedrete che sarete conquistati da queste sette ottime composizioni.
[Dale P.]
Canzoni significative: Mammoth, Avalon.
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