Vi risparmio le solite frasi "in un mondo giusto i King's X sarebbero miliardari" o "sono tornati i King's X dopo lungo silenzio".
Niente di tutto questo è vero. L'hardrock della band di Doug Pinnick è sì orecchiabile ma è lontano da qualsiasi ruffianeria. Riff storti, chitarre pesanti ma non trendy, arrangiamenti colti consentono alla band di avere un seguito di culto ma di venire ignorata dal resto del mondo. Ed ecco che la frase "i King's X sono tornati" lascia il tempo che trova. La band non ha mai smesso di produrre ottimo hardrock, anzi. Accasatisi con la Inside Out i nostri pubblicano non il loro disco migliore ma un documento sul loro ottimo stato di salute dopo 15 anni di carriera.
La prima parte del disco è quella più rocciosa con ottimi brani come "Alone", "Stay", "Hurricane", fino alla splendida "Bebop" con finale psichedelico incluso.
Da qui in poi il disco si tranquillizza e alterna brani rilassati a suoni maggiormente psichedelici.
Un lavoro di grande classe, adatto a coloro che non inseguono i trend a tutti i costi ma cercano belle canzoni arrangiate con gusto e stile. Se volete altro continuerete ad ignorare la band.
[Dale P.]
Canzoni significative: tutte.
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