Alan Dubin, James Plotkin, Stephen O'Malley, Tim Wyskida sono quattro musicisti che hanno deciso di esplorare luoghi oscuri della mente e del corpo tramite il progetto Khanate. Nato all'incirca nei primi anni 2000 il progetto è vissuto altalenante per meno di una decina di anni lasciando ai fan del drone metal dischi fondamentali come il primo omonimo, "Things Viral", "Capture & Release" e "Clean Hands Go Foul".
"To Be Cruel" arriva all'improvviso come una coltellata alla giugulare mentre si passeggia in riva al mare. Gli ingredienti malvagi sono sempre li stessi: batteria minimale che segna ritmi pachidermici, chitarre fischianti, basso cavernoso e voce malsana. Un doom talmente doom che diventa più estremo del funeral, un noise lento e asfissiante, un metal che ha il suono di schizzi di lava sulla faccia.
Tre brani da 20 minuti cadauno, registrati tra il 2017 e il 2019 e mixati nel 2020. Tre brani che hanno avuto il tempo di sedimentare e diventare ancora più malvagi del solito, tre brani che non si possono descrivere ma che vanno vissuti sulla propria pelle, magari con ferite aperte bene in vista.
Un disco necessario per scavare negli abissi della psiche e trovare carne putrefatta e follia.
[Dale P.]
Canzoni significative: Like A Poisoned Dog, It Want To Fly.
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