Nel mare tempestoso di metal, hardcore, post-tutto, indie e suffissi vari ogni tanto è un sospiro di sollievo ascoltare una band che suona del puro e semplice "alternative". Sarà che sono cresciuto con band che facevano del rumore la base di partenza per costruire canzoni e album, ma ogni volta che capita di sentire certi suoni ti chiedi come mai da dopo il 1996 non ci siano più.
Sarà nostalgia, ma quando ripenso ai tempi d'oro di label come Touch & Go e Amphetamine Reptile mi scende una lacrimuccia.
I Jucifer, sono un duo di Athens, Georgia, famosa per essere patria dei R.E.M. e poco altro. Insieme dal 1993 (e questo spiega tante cose sul loro suono), lei si chiama Amber Valentine, suona la chitarra e canta. Sembra una spogliarellista precocemente invecchiata, armata di minigonne e muro di Ampeg. Lui si chiama Edgar Livengood e suona la batteria con quel tocco leggero che sta tra Dale Crover e il suono che esce dagli Electric Studios di Steve Albini.
Adorano i Melvins.
Il loro sound sta a metà tra il potente rumore della band di King Buzzo e le depressioni del Nord-Ovest. Tipo Smashing Pumpkins, Hole, Babes In Toyland. Il minimalismo della formazione però porta i due ad esprimersi in maniera piuttosto originale, senza, ovviamente brindare alla rivoluzione.
Sospesi in un era che non esiste più, come se rifiutassero ogni evoluzione sonora avvenuta dopo il 1993. Un piccolo gruppo da tenersi vicino e amare nei periodi bui.
[Dale P.]
Canzoni significative: Pontius Of Palia, Amplifier.
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