Essendo il disco più chiacchierato dell'anno potevano forse esimerci di recensirlo? Anche perchè i nostri lettori, per quanto abituati a suoni ben diversi, tramite il chiacchierio potrebbero essere tentati di farlo anche loro disco dell'anno...
Nel nostro piccolo potremo semplicemente definirlo disco natalizio, senza togliere indubbi meriti. Ma si sà, l'hype porta antipatia o cieca devozione, quindi nolenti finiremo nella cerchia dei "bastian contrario".
Joanna, pur con il suo visino angelico e la voce da fatina è una arguta calcolatrice. Il che non sarebbe un male se non provenisse dal retroterra indie dell'"arrangiati con quello che puoi".
Quindi, mantiene le credenziali registrando il disco da Steve Albini. Un disco senza chitarre nè batteria. Come andare dai Daft Punk e fargli produrre il nuovo dei Black Flag.
Poi vai da mister-noia Jim O'Rourke e glielo fai mixare. Non prima di chiamare quel monumento vivente di Van Dyke Parks e convincerlo a inserire arrangiamenti orchestrali sul nulla più assoluto.
Aggiungiamo un po' di sponsorizzazioni buone come Devendra Banhart e Smog, un visino da copertina e la spocchia del disco indistruggibile (per i nomi di cui sopra).
Ne viene fuori un disco di folk-prog, un po' Walt Disney, parecchio verboso, i cui meriti andrebbero attribuiti solamente a Van Dyke Parks. Stupisce tutto questo clamore quando nelle polverose sezioni "celtica" o "cartoni animati" dei negozi di dischi si può trovare di meglio. Stupisce perchè questo "YS" (prog fin dal titolo, chi ricorda Il Balletto Di Bronzo?) mostra il tentativo del pubblico indie di staccarsi dai soliti clichè pompando un album solo per i nomi coinvolti, ma di fatto verrà ascoltato e capito da una quantità ridotta di loro.
Guardando il minutaggio delle singole composizioni (tra i 9 e i 15 minuti cadauno) qualcuno penserà alla risposta folk al postrock o allo Spiderland delle cantautrici. Per il sottoscritto invece sembra solo una Loreena Mckennitt distribuita malamente.
[Dale P.]
Canzoni significative: Sawdust & Diamonds.
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